Ciao ragazzi,
immagino saprete che recentemente Gengo ha deciso di modificare (unilateralmente) il nostro contratto di collaborazione, inserendo una clausola sulla responsabilità di chi lavora su questa piattaforma, che in poche parole, per come è stata formulata, risulta potenzialmente illimitata (punto 10 qui: https://gengo.com/legal/translator-agreement/ ).
C'è stata una discussione anche qui: https://support.gengo.com/hc/en-us/community/posts/115000831447-Accepting-unlimited-indemnity-?flash_digest=00b3e1976095890e1697f763677eaf84dbc4eb85 ma, a parte me, non ho visto l'intervento di nessun altro della coppia EN>IT, per cui ho pensato di scrivere qui per chiedere la vostra opinione sulla cosa e come avete intenzione di comportarvi in merito.
7件のコメント
Ciao Mirko,
Grazie per l'avviso e per farti spesso carico di sollevare/dibattere i temi più spinosi a vantaggio di tutti noi.
Devo dire che, avendo io proseguito a tradurre per Gengo dopo le modifiche contrattuali, ho implicitamente accettato il tutto. Approfondirò comunque la questione e mi farò risentire in caso trovassi info interessanti.
Ancora grazie,
Sara
Ciao Sara,
grazie a te per la risposta.
Non devi ringraziarmi, anche perché il mio non è tanto un impegno altruistico, quanto piuttosto un interesse abbastanza egoistico a non essere sfruttato o chiamato ad accettare condizioni, clausole, ecc. irragionevoli, sbilanciate e/o ingiuste.
Potrei anche dire che in casi simili, in cui un'azienda (che poi sarebbe il "compratore" di un servizio) impone di prepotenza cambiamenti (peggiorativi) a migliaia di persone (che poi sarebbero i "fornitori" di quel servizio), forte della sua posizione di supremazia e della consapevolezza che ci sarà sempre e comunque qualcuno disposto ad accettarli, l'unico modo per opporsi sarebbe quello di fare fronte comune, ma purtroppo non vedo una grande partecipazione o condivisione su questi temi, come l'ho vista ad esempio per questioni "di servizio" (sempre nella sezione italiana del forum).
Ovvio che mettere d'accordo e unire più di 100 persone (quelle attualmente "attive" in EN>IT) non sarebbe facile in ogni caso, ma francamente, vedere che solo 6 persone (di numero) su 20.000+ registrate si sono prese per lo meno la briga di intervenire e far sentire la propria voce su qualcosa che interessa tutti e di cui tutti sono stati informati un po' mi rattrista, e penso che sia un peccato, anche se probabilmente è sintomatico di una situazione economica pessima e di uno stravolgimento dei ruoli e del mercato (come dicevo anche poco sopra, tra le varie parentesi).
Comunque sia, buona giornata e buon lavoro (a tutti),
Mirko
Io seguito la discussione sul forum generale ma onestamente non ho ancora ho capito se le tue rimostranze siano puramente una questione di principio o se tu abbia effettivamente il timore concreto che si possano realizzare scenari disastrosi (subire una causa per una traduzione errata?).
Ciao Marco,
in realtà, un po' entrambe le cose. Da una parte, Gengo in pratica se ne lava le mani e scarica tutta la responsabilità sui traduttori, dall'altra, anche se magari è un qualcosa che forse potrà capitare una volta su mille, una volta basta, e non si parla solo di "errori di traduzione".
La cosa paradossale è che il tutto ci è stato spiegato con il fatto che Gengo ha praticamente troppi traduttori (chissà come mai...) e che alcuni si comportano in modo "irresponsabile" (esponendo quindi Gengo a rischi anche di tipo legale), quindi invece di prendere misure per risolvere la cosa in modo razionale ed equo, hanno deciso che tutti quanti devono accettare di correre un rischio molto rilevante, per di più a fronte di tariffe da fame (parlo ovviamente di quella "standard" in particolare, che poi rappresenta il grosso dei lavori) e "progetti" anche solo di poche parole.
Faccio un esempio pratico, perché altrimenti continuiamo a parlare di cose totalmente astratte: un cliente americano decide di ordinare la traduzione di uno slogan di 10 parole da stampare su dei suoi materiali promozionali, pagando il traduttore 35 centesimi di dollaro lordi... Il traduttore utilizza la parola "jeep" come sinonimo di "fuoristrada", perché è di uso comune anche in italiano con questo senso, senza però sapere che si tratta di un marchio registrato di FCA (attraverso Chrysler). Il cliente stampa n-mila copie di quei materiali (spendendo svariate decine di migliaia di dollari, tra progettazione, stampa, distribuzione, ecc.), ma poi gli arriva una letterina dai legali di FCA, che gli intimano di ritirare immediatamente tutti i materiali stampati. Ora, dato che noi abbiamo accettato una clausola che dice che siamo illimitatamente responsabili anche per "any violation or claimed violation of a third party’s rights resulting in whole or in part from the Gengo’s use of any of Your deliverables under this Agreement", mentre Gengo se n'è lavata le mani dicendo di non avere "any liability or indemnity obligations to [the client] based on the Translated Works", con chi potrebbe prendersela il cliente (o Gengo) che venisse citato in giudizio da FCA (o dal cliente) o che fosse costretto a ritirare dal mercato tutti i materiali già stampati, subendo una perdita economica leggermente superiore a 35 centesimi di dollaro? Io francamente trovo piuttosto irragionevole rischiare di essere citato in giudizio in un tribunale statunitense da un'azienda per risarcimento danni per una "svista" (sicuramente in buona fede) di questo tipo.
Come già detto, magari le probabilità che succeda una cosa simile sono una su mille, ma non è un'ipotesi nemmeno così inverosimile o fantascientifica...
Mah... se le possibilità fossero una su mille, un caso del genere dovrebbe verificarsi ogni giorno. Secondo me è assai più improbabile, se non impossibile. Considera anche che lo stesso identico linguaggio - proprio parola per parola - è utilizzato (chissà da quanto tempo) su diverse altre piattaforme simili a gengo e da nessuna parte ho sentito parlare di casi simili.
Considera che il cliente accetta che Gengo’s liability will be limited to correcting the errors or providing refund e che You [il cliente] agree to review any Translated Works before making such content public, and you expressly agree that Gengo will not have any liability or indemnity obligations to you based on the Translated Works if you fail to do so, e considera anche che io traduttore non ho nessun rapporto diretto con il cliente finale: non vengo selezionato dal cliente finale, non vengo retribuito (direttamente) dal cliente finale, non stipulo nessun accordo con il cliente finale. Tutto passa attraverso gengo, che da parte sua si protegge dal risarcire danni dovuti a errori di traduzione. Quindi non capisco su quali basi il cliente potrà bypassare tutto ciò e rivalersi su di me direttamente.
In sostanza, a me sembra che il punto 10 dica semplicemente che io acconsento a risarcire *gengo* per eventuali danni dovuti alla mia negligenza, ma gengo, dall'altro lato si è già fortemente protetto nei confronti del cliente contro eventuali danni dovuti a errori di traduzione. Quindi quali sarebbero i presunti danni milionari che io potrei dover risarcire a gengo?
Io la vedo come la classica tendenza delle grandi aziende a barricarsi dietro strati e strati di protezione legale molti dei quali ridondanti e potenzialmente superflui, tanto per non lasciare neanche il più improbabile buco di vulnerabilità legale. E, come ti dicevo, si tende a copiaincollare passaggi preconfezionati tanto per essere più sicuri.
Detto questo, ammetto la mia ignoranza in materia e sono pronto a essere smentito.
Poi, per quanto riguarda la questione di principio e l'"unilateralità" della modifica, esattamente quali sarebbero le alternative per gengo? Con chi dovrebbe discutere determinate modifiche prima di attuarle? Non esiste un'associazione dei traduttori di gengo.
Marco, anche se si verificasse davvero ogni giorno, tu come lo verresti a sapere? Per caso sai quanti architetti, ingegneri, idraulici, avvocati, imprese edili, commercialisti, ecc. sono stati citati in giudizio per responsabilità civile? Io no, ma non credo che questo significhi che non succede... Cioè, non è che se un caso simile (una causa contro un traduttore, o contro un'agenzia che poi si rifà sul traduttore) succede, lo leggi sul giornale o lo senti al telegiornale, per cui non credo proprio che "da nessuna parte ho sentito parlare di casi simili" sia molto indicativo, no? Per saperlo dovresti andare a cercarti con la lente d'ingrandimento le carte processuali dei vari tribunali competenti (di tutto il mondo)...
Quanto ad "altre piattaforme simili a Gengo", francamente non ne ho idea, ma non è che se la stessa cosa la fanno in 10 piuttosto che 1 diventa automaticamente "giusta" o giustificata... Io ti potrei dire che ci sono decine e decine di agenzie che propongono tariffe che oscillano tra il "basso" e il "da fame", ma questo non rende quelle tariffe "giuste" o giustificabili. Significa solo che "ci provano" e che c'è gente disposta ad accettarle.
Quanto al fatto che tu hai un rapporto solo con Gengo e non anche con il cliente finale, cosa significa? Se ci hai fatto caso, il contratto non esclude i danni indiretti, e anzi, parla espressamente di danni, spese, costi, perdite, ecc. collegati "directly or indirectly" al nostro lavoro e parla anche di "third parties", il che automaticamente tira in ballo i diritti di terzi e la tua responsabilità al riguardo. Se fosse come dici tu, e noi fossimo responsabili esclusivamente verso Gengo, mentre Gengo non è responsabile verso nessun altro, allora l'intera clausola (fatta eccezione per il punto 2, sul fatto di non essere un dipendente di Gengo) non avrebbe senso. Tra l'altro, anche se fosse quello il caso (e secondo me non lo è), cosa accadrebbe se Gengo chiedesse un risarcimento danni a un traduttore sostenendo di aver perso un cliente che effettuava ordini per decine di migliaia di dollari al mese per via di una sua traduzione?
Ti cito un brano da un articolo sull'argomento: "If the translator and the client are connected by a direct contract, then the client can sue the translator based on the terms of that contract should the client suffer any harm or loss due to a translation error. If the person harmed is not a client and does not have a direct contract with the translator but even so is harmed by the translation error, that person can sue the translator based on the theory of civil liability law." - http://smartidiom.pt/en/accountability-of-the-legal-translator-myths-and-realities/
Un esempio con qualche caso citato da un collega: http://goo.gl/wOVWCp
Qualche altro esempio viene citato qua, da un altro collega: http://goo.gl/HFmT2a
Un altro (simile all'esempio che ho fatto nel mio post precedente): http://goo.gl/N0yaaX
Un altro ancora: http://goo.gl/OSGGLo
Tutto questo per dire che, secondo me, si tratta di cose possibili, anche senza che poi diventino di pubblico dominio, visto che non lo sono (stiamo pur sempre parlando di cause private e nessuna delle parti coinvolte ha interesse a renderle pubbliche)... Senza contare che, in tutti questi casi (in cui è il cliente a "imporre" un contratto al fornitore del servizio), la giurisdizione competente sarà quasi invariabilmente quella del cliente, con tutte le conseguenze del caso, che includono l'incertezza (da parte del traduttore che firma il contratto) sulla normativa vigente e tutti gli eventuali problemi/costi collegati al far fronte a un'eventuale causa all'estero, indipendentemente dal fatto che poi la si vinca o meno.
Poi mi chiedi: "quali sarebbero le alternative per gengo?". Beh, non so... forse tutelare i traduttori allo stesso modo con cui Gengo si è tutelato verso i propri clienti? Stabilire un limite temporale e quantitativo per le contestazioni? Indicare chiaramente che il traduttore non può essere ritenuto responsabile verso terzi? Fare distinzione tra i "pochi irresponsabili" (citati dal CEO di Gengo nel suo post) e i traduttori che lavorano su Gengo da anni con giudizi eccellenti basati su decine e decine di revisioni da parte degli (ex) senior translator?
In ogni caso, devo ammettere che non capisco bene la tua presa di posizione apparentemente pro-Gengo a prescindere... Tu stesso scrivi: "Io la vedo come la classica tendenza delle grandi aziende a barricarsi dietro strati e strati di protezione legale molti dei quali ridondanti e potenzialmente superflui, tanto per non lasciare neanche il più improbabile buco di vulnerabilità legale. E, come ti dicevo, si tende a copiaincollare passaggi preconfezionati tanto per essere più sicuri". Beh, ti sembra giusto? Ti sembra ragionevole? Ti sembra equo nei confronti di quelli che si trovano dall'altra parte di quelle clausole che vorrebbero rendere una parte "invulnerabile" e "irresponsabile" (sulla carta) facendo ricadere tutte le responsabilità sull'altra (che tra parentesi è anche la più debole)? No, per dire... Tra l'altro, stando a quanto ci hanno detto quelli di Gengo, si tratta di una clausola che hanno scritto loro consultandosi con "professionisti del settore" e con un "team legale", per cui dovrebbero anche averci riflettuto su bene, piuttosto che aver copincollato qualcosa preso chissà dove, come dici tu...
Inoltre, se gli fosse interessato "discutere", sarebbe bastato annunciarlo nelle news sulla Dashboard, che vediamo tutti, o inviare un'email a tutti, e aprire una discussione qui sul forum. Niente di più facile... Evidentemente però la nostra opinione non gli interessava, anche perché, dopo che io e altri abbiamo sollevato la questione, ci è stato detto che ne hanno discusso (col loro "team legale") e che non hanno intenzione di cambiare una virgola. Prendere o lasciare. Più chiaro di così...
Poi ovvio, che se invece di parlare di cos'è giusto e cosa sbagliato ci limitiamo a dire "così fan tutti" e a pensare che, statisticamente parlando, non saremo mai noi quelli a cui capiterà qualcosa "di brutto", allora è un altro discorso... ma se ti interessa fare un paragone, io e altri abbiamo citato esempi di quello che può considerarsi un accordo "ragionevole" e sicuramente più equo nell'altro thread (parlo dei modelli di contratto dell'ATA e dell'ITI). Basta darci un'occhiata per notare la differenza abissale riguardo alla responsabilità.
Per quanto riguarda la quantità di cause intentate a traduttori, ovvio che non mi aspetto di leggerlo sul giornale. Piuttosto mi aspetto di leggerlo su gruppi social, blog, forum del settore. In questi ambienti abbondano i post su ingiustizie, maltrattamenti e condizioni di lavoro disumane a cui i traduttori sono sottoposti ogni giorno. Quindi immagino che se si verificassero quotidianamente casi come quelli che descrivi tu (l'esempio della jeep), i querelati si farebbero sentire eccome. Quando si crea un thread specifico sulla questione, come quelli da te indicati, si citano casi aneddotici, a volte risalenti a decine di anni fa e di cui quasi mai si conoscono dettagli sufficienti (qual era il rapporto traduttore/agenzia/cliente?).
Insomma, io ritengo che casi del genere siano estremamente rari, tu ritieni che avvengano una volta su mille, quindi - considerando le dimensioni dell'industria della traduzione - centinaia di volte al giorno. Tu pensi che casi del genere resterebbe nascosti, io ritengo che casi del genere verrebbero pubblicizzati aggressivamente. Né io né tu possiamo basarci su dati oggettivi e completi, quindi è inutile discutere oltre su questo punto.
Per quanto riguarda i punti strettamente legali, anche qui, non so fino a che punto possiamo avere una discussione concreta, data la complessità dell'argomento. Ti faccio solo notare che l'articolo da te citato sulla responsabilità del traduttore dice anche che il querelante sarà tenuto a dimostrare che il traduttore aveva l'obbligo di produrre una traduzione corretta. Noi su gengo abbiamo l'obbligo *legale* di produrre una traduzione corretta? Non è chiaro, ma immagino di no.
Ripeto: se il cliente non può rivalersi contro gengo in caso di danno ingente, e il cliente non ha nessun rapporto con il traduttore, può il cliente rivalersi sul traduttore direttamente? Il succo della questione sta qui. Secondo me la risposta è no. Per essere sicuri si dovrebbe consultare un esperto.
Mi chiedi: "cosa accadrebbe se Gengo chiedesse un risarcimento danni a un traduttore sostenendo di aver perso un cliente che effettuava ordini per decine di migliaia di dollari al mese per via di una sua traduzione?"
Accadrebbe che nessun traduttore lavorerebbe più per gengo.
Dici: "Inoltre, se gli fosse interessato "discutere", sarebbe bastato annunciarlo nelle news sulla Dashboard, che vediamo tutti, o inviare un'email a tutti, e aprire una discussione qui sul forum. Niente di più facile..."
Un'azienda così grande che deve rispondere a investimenti milionari dovrebbe discutere di questioni tecnico/legali con un pool di migliaia di traduttori? Che peraltro non hanno nessuna organizzazione o rappresentatività? Mi sembra tutt'altro che facile.
"dopo che io e altri abbiamo sollevato la questione, ci è stato detto che ne hanno discusso (col loro "team legale") e che non hanno intenzione di cambiare una virgola. Prendere o lasciare. Più chiaro di così..."
Esatto. Risposta chiara e onesta che ti permette di valutare la situazione e/o di consultare un esperto e decidere cosa sia meglio per te.
La mia non è una presa di posizione pro-gengo. Lo so bene che esisterebbero condizioni ben più favorevoli per il traduttore. Il mio è solo quello che ritengo un atteggiamento equo nei confronti di un'azienda che in fin dei conti non ha pretese su di me e che comunica chiaramente le sue condizioni, lasciandomi libero di accettarle o rifiutarle. Gengo non è il nostro datore di lavoro e noi non siamo suoi impiegati. Non è un monopolio. Non è neanche tra i primi 100 LSP al mondo.
Ad ogni modo, tu hai aperto la discussione per sapere la nostra opinione e come intendiamo comportarci. La mia opinione è che si tratta di dettagli legali che con ogni probabilità non avranno nessuna ricaduta concreta su di me. Se dovessero sorgere dubbi in proposito, consulterei un esperto. Se dovessi valutare che le condizioni sono inaccettabili, smetterei di lavorare per gengo.